LA
SIRIA E’ ANCHE QUI
Chiediamo degna accoglienza per profughe/i
che fuggono da una guerra che è un
massacro di civili.
Sempre più arrivano nel nostro
paese, bambine, bambini, donne e uomini,
provenienti dall’inferno siriano, senza
trovare una degna accoglienza, considerando che stanno fuggendo da una guerra
interna e quindi hanno lo status di profughi con diritto di asilo e di
assistenza umanitaria.
In
Siria, da uno scenario iniziale, in cui si individuava un movimento laico fatto
di donne e uomini che chiedevano al regime autoritario e brutale di Assad il
riconoscimento dei diritti civili e maggiore libertà, si è passati ad un altro
scenario che vede quasi esclusivamente la contrapposizione dei soggetti armati,
i loro coinvolgimenti nei massacri con armi chimiche senza nessuna
considerazione per le sofferenze della
popolazione civile. Nel frattempo sono trascorsi due anni che hanno portato
all’uccisione di quasi 100.000 persone e alla fuga di più di 4.000.000 di
Siriane e Siriani e 2 milioni di sfollati.
Nella nostra ricerca di contatti e
relazioni significative, abbiamo ascoltato testimonianze che ci hanno fatto
capire quanto sia diventata grave e
senza via d’uscita la situazione in Siria. Su quel movimento laico e pacifico
che manifestava nelle piazze e per le strade delle belle città della Siria si è
scatenata la repressione feroce da parte del regime che ha fatto 3.000 morti in
poco tempo, si è poi innestata una reazione, presto diventata armata, da parte
di vari soggetti anche islamisti con apporti di Al Queda provenienti da altri
paesi.
Il rumore delle armi ha coperto ogni
voce di aspirazione a libertà e democrazia, mentre i giochi politici
internazionali e dei paesi confinanti hanno contribuito a fomentare il
conflitto armato con le loro scelte in campo, l’aiuto scellerato in armi ai
contendenti e l’uso del dramma siriano per equilibri strategici e geopolitici.
Intanto ad Aleppo come fu a Sarajevo la popolazione si reca al mercato malgrado
i cecchini, per affermare il valore della vita e della sopravvivenza nonostante
le vittime quotidiane. Anche le maestre, fra molti pericoli aprono ogni mattina
la scuola, non negli edifici scolastici, ma in luoghi di fortuna, per dare una
parvenza di normalità alle bambine e ai bambini traumatizzati. In realtà ci sono molte zone prive dei generi di prima
necessità a partire dall’acqua, latte per i bambini, corrente elettrica. La
vita degli sfollati nei campi profughi è terribile e, senza aiuti, si prevede
un disastro umanitario già in parte avviato. Come in tutti i conflitti armati, L’ARMA
DELLO STUPRO è già largamente in uso. IL CORPO DELLE DONNE E’ ANCORA UNA VOLTA
CAMPO DI BATTAGLIA E BOTTINO DI GUERRA PER INFLIGGERE CASTIGO E OFFESA AL
NEMICO.
E’ necessaria la creazione di corridoi umanitari
per portare aiuti di prima necessità in un paese dove manca tutto, dove si
muore di assedio, si muore di fame sotto gli occhi indifferenti della comunità
internazionale.
E’ necessario l’impegno dell'ONU e degli
organismi internazionali, anche UE, per una soluzione negoziata del conflitto,
e la cessazione della fornitura di armi ai contendenti.
Intanto,
qui da noi, è urgente l’abolizione della famigerata legge BOSSI-FINI.
Esprimiamo solidarietà
con la Sindaca di Lampedusa per il suo impegno e coraggio!
Ne parliamo con Asmae Dachan giornalista siriana
il 15 novembre alle 18 Saja dello Zodiaco
Palazzo della Provincia via Zamboni, 13
Donne in Nero Bologna
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