12 giugno 2009

Ecco il pensiero di Gheddafi: "Quali diritti?"

Foto da dilatua.libero.it

Continuiamo a non capire perchè 700 donne debbano incontrare Gheddafi.

Dal Corriere della sera.it
Il popolo, le sedie e la democrazia

Più sedie per tutti! Invitato «dar rettore d’a Sapienza» Luigi Frati, in «roma­nesc-english» con auto-traduzione simulta­nea, a spiegare cos’è l’essenza della democra­zia, Sua Altezza Serenissima Muammar Gheddafi ha vinto l’immensa noia che pare­va inchiodarlo per concedere il suo pensiero. Punto primo, basta partiti: «Il partitismo è un aborto della democrazia». In realtà «il popolo si vuole sedere sulle sedie »
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Ma ecco che, con due ore soltanto di ritardo, in mezzo a una folla di decine di guardie del corpo, mentre nell’aula arrivano gli echi delle contestazioni all’esterno, il Raìs libico si materializza. Ampia veste gialla, capelli prodigiosamente neri, gesti lenti. L’hanno chiamato a tenere una «lectio magistralis»?
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Luigi Frati gongola, annuisce, consente. E porge infine la parola agli studenti. Si alza uno dall’aspetto perbenino e rassicurante. Macché, va diritto sugli immigrati respinti sui barconi: «Come vengono rispettati, in Libia, i loro diritti?». L’interprete: «Quali diritti?». «I loro diritti». «Quali diritti?». «I diritti!», gridano due o tre in sala: «I diritti politici». L’interprete si china sul Raìs, che si scuote: «Quali diritti?». E si avvita a spiegare che, per carità, la domanda fa onore a chi l’ha posta ma «gli africani sono degli affamati, non dei politici, gente che cerca cibo».
E i dittatori? «Non ci sono dittatori, in Africa... La dittatura c’è quando una classe sta sopra un’altra. Se sono tutti poveri...». Stringe gli occhi a fessura e affonda: «Volete un milione di rifugiati? Ne volete venti? Cinquanta? Sarebbe una grande cosa...».
Ma ecco una studentessa che dice d’aver letto il libretto verde. Plaude: «So che fate tanto, per le donne». Ah, dice il Raìs: grandi spazi! E invita a farsi avanti le «amazzoni » bellocce e grintose che gli fanno da body-guard. Ammazza!, sbotta er rettore: «Le abbiamo apprezzate molto! Purtroppo c’è qui mia moglie e...».
Il massimo, però, arriva quando gli chiedono cosa pensa della democrazia e quando in Libia, finalmente, ci saranno libere elezioni. Risposta: «La democrazia è una parola araba che è stata letta in latino ».
Ma come, non viene dal greco demos (popolo) e kratos (potere) come studiamo da secoli? No: «Demos in arabo vuol dire popolo e crazi vuol dire sedia. Cioè il popolo si vuole sedere sulle sedie».
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Gian Antonio Stella
12 giugno 2009

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