20 dicembre 2012
15 dicembre 2012
Lettera aperta del Sindaco di Lampedusa: Quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?
15.11.2012
Sono il
nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa.
Eletta a
maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone
annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa
insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto
chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter
dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva
più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto
deve essere grande il cimitero della mia isola?
Non riesco
a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale, come
si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che 11 persone,
tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire
tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere
per loro l’inizio di una nuova vita. Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115,
il numero dei morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il
mare restituisce.
Sono
indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono
scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel della
Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria
guerra. Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione
consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non
un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora
l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere
per l’Europa motivo di vergogna e disonore.
In tutta
questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo
di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che
salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia
dai naufraghi, come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con
le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a
Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette
vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci,
anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche.
Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umane a queste persone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera. Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza.
Giusi Nicolini
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