19 maggio 2010

Si continua a negare il genocidio di Srebrenica


Dalle Donne in Nero di Srebrenica riceviamo :


Il 30 marzo 2010, il Parlamento di Serbia ha approvato la Dichiarazione sulla condanna del crimine di Srebrenica.


Dopo un ampio dibattito in Parlamento, dove abbiamo potuto ascoltare le dichiarazioni fasciste dei membri del Partito Radicale, del Partito Democratico di Serbia e d
el Partito Progressista Serbo, i membri del Parlamento hanno approvato la Dichiarazione sulla condanna dei crimini di Srebrenica.


Con questa
Dichiarazione, lo Stato continua a negare l’aggressione serba contro la Bosnia Erzegovina, compiuta con l’obiettivo di creare lo stato della Grande Serbia, etnicamente pulito, commettendo crimini di guerra e crimini di lesa umanità, culminati nel genocidio di Srebrenica. Rifiutando di chiamare con il suo vero nome il genocidio di Srebrenica, gli autori della Dichiarazione mettono in dubbio la partecipazione della Serbia a questo orribile crimine ricostruendo i fatti e relativizzando il contesto del conflitto armato nella ex-Jugoslavia. In questo modo, il Parlamento della Repubblica di Serbia ha ignorato consapevolmente la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia (26 febbraio 2007) e la sentenza del TPIY (Tribunale Penale Internazionale per la ex Jugoslavia) per i casi di Krstic, Jokic e Blagojevic, quando i tribunali stabilirono i fatti del genocidio perpetrato a Srebrenica. La sentenza della Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che la Serbia è responsabile di non aver prevenuto il genocidio, mentre la sentenza nel caso di Radislav Krstic, generale dell’esercito serbo-bosniaco (VRS), ha determinato al di là di ogni ragionevole dubbio, l’intenzione di commettere un genocidio.


Il Parlamento di Serbia si è preso gioco delle vittime del genocidio di Srebrenica, delle loro famiglie e di altri superstiti della guerra, astenendosi ancora una volta dal dimostrare la sua solidarietà con le vittime del crimine commesso in nostro nome, condannando il genocidio e punendo gli autori del genocidio.


Protestiamo severamente contro la decisione del Parlamento di Serbia e chiediamo che la Repubblica dei Serbia arresti Ratko Mladic e lo consegni al TPIY.


Donne in Nero continueranno le proteste l’11 di ogni mese, esigendo dal Parlamento di Serbia che proclami l’11 luglio Giorno della Commemorazione del Genocidio, non del crimine, commesso a Srebrenica.



Belgrado, 11 aprile 2010.

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