24 gennaio 2009

Firmiamo la petizione di donne d'Israele

Sosteniamo questa petizione di donne, studentesse e professoresse del Collegio Sapir del sud di Israele. Stanno dicendo NO alla guerra dalla zona di guerra in Israele.
Per firmare cliccate su questo sito, è scritto in ebraico: nella prima casella si scrive il nome e il cognome, nella seconda (non obbligatoria) l’indirizzo email.


Le voci delle donne

Ogni donna ha un nome, anche se non è ebrea. Ogni uomo ha un nome, anche se non ha fatto il servizio militare, anche se vive dall’altro lato della frontiera. Ha un nome. Un volto. Ha figli e genitori che si preoccupano per lui. Ha una moglie, ha un marito che li amano. Hanno un anima che sente, pensa, soffre.
E’ il momento di ricordare che dietro il “problema palestinese” ci sono vite. Invece di parlare del problema, dovremmo essere capaci di vedere gli esseri umani.
Quante case ancora devono essere distrutte in nome di una guerra
per proteggere le nostre case?
E’ il momento che guardiamo fisso negli occhi, per tutte queste 940 paia di occhi che non potranno vedere mai più in nome della sicurezza.
Dobbiamo guardare gli occhi della madre il cui figlio è morto di fame. Guardare gli occhi dei bambini e delle bambine che hanno passato 4 giorni accanto ai cadaveri dei loro progenitori. Dobbiamo guardare gli occhi offesi dall’uso di una bomba al fosforo. Guardare gli occhi di quelli che hanno perso le loro case, parte dei loro corpi e parte della loro salute. Guardare gli occhi di oltre un milione di cittadini di Gaza che non hanno acqua corrente, elettricità o cibo, e dovremmo convincerci che non esiste una guerra morale né un esercito umanitario.
Non è giunto il momento che guardiamo la realtà e riflettiamo su quanta morte abbiamo causato per poter vivere?
Davvero ci sentiamo sicure?
E’ giunto il momento che ammettiamo che il piano di disimpegno dalla Striscia di Gaza ha creato una “occupazione giustificata”, ed è stato fatto per considerazioni economiche, e non ha permesso un governo autonomo, una amministrazione della vita quotidiana né ha assicurato i diritti umani fondamentali.
E’ il momento di ammettere che la guerra serve solo per quelli che vogliono dimostrare chi ha più munizioni e armamenti.
E’ il momento di chiedere molto più di questi slgan senza sostanza che vengono dai leader patriarcali e militaristi come: “Cambiamo la realtà nel Sud”, noi invece vogliamo cambiare una realtà molto più complessa, ma non a partire dall’odio né dalla paura. Una realtà che è fatta di gente che vuole vivere con dignità.
Ciascuna di noi è responsabile della situazione che stiamo vivendo in questi momento; quando tutto sarà finito, ci troveremo tra macerie e tombe.
Per distruggere – hai bisogno della Guerra. Per la pace hai bisogno della resistenza e della protesta.
Noi, residenti del sud di Israele, che viviano sulla frontiera con Gaza, studentesse, professoresse, impiegate, arabe ed ebree, siamo contro la guerra e vogliamo convincere voi, uomini e donne, ad unirvi al nostro grido per la fine della guerra, e a guardare la realtà negli occhi.

Nessun commento: