Da Luz Esthela Castro Rodríguez ,Coordinadora del Centro de Derechos Humanos de las Mujeres di Chihuahua, Messico, riceviamo questo messaggio: lo pubblichiamo come testimonianza positiva delle lotte delle donne anche in campo giudiziario.
(Traduzione di Patricia Tough)
(Traduzione di Patricia Tough)
Un trionfo che condividiamo con tutte.
7 Sep 2008
Venerdì 5 settembre, si è tenuta un’udienza inedita nello stato di Chihuahua nell’ambito del nuovo sistema di giudizio penale.
Dolores Tarín sopravvisuta a femminicidio e la sua avvocata Lucha Castro del Centro de Derechos Humanos de las Mujeres si sono scontrate con la Procura dello Stato (Pubblico Ministero) che aveva presentato una richiesta al Giudice di Garanzia perchè sostituisse al giudizio orale, un giudizio abbreviato; in tal caso il sicario si dichiara colpevole e in cambio ottiene il beneficio della pena minore per il delitto commesso, situazione che avremmo preso in considerazione anche noi, se il sicario avesse fornito sufficienti informazioni al fine di processare l’autore intellettuale che è fuggito dalla città senza lasciare traccia e rispetto al quale il PM non ha mai fatto indagini.
Si suppone che il PM rappresenti gli interessi della società e presenti l’accusa a nome della vittima. L’aspetto inedito del caso è stato che il dibattito si è tenuto tra il PM da un lato e la vittima e la coadiuvante dall’altro!!!!! Con il PM che insisteva per fare un procedimento abbreviato e la vittima e la coadiuvante che esigevano un giudizio orale.
Il giudice, l’imputato e i suoi avvocati non credevano alle loro orecchie nell’ascoltare il PM che contraddiceva apertamente la coadiuvanza e segnalava ripetutamente che non si trattava di un delitto di genere; che non era un caso emblematico; che non dava luogo ad applicazione degli accordi internazionali CEDAW e BELEM DO PARA, sui quali si basava la petizione della coadiuvanza che esigeva il giudizio orale.
Prima di accettare il giudizio abbreviato, il giudice doveva decidere come risolvere questa situazione che si presentava per la prima volta nello stato, cioè la manifestazione di aperto contrasto manifestatosi fra la vittima e il PM che si suppone la dovesse rappresentare. Gli argomenti della vittima e della coadiuvante hanno avuto successo. Il giudice ha negato il procedimento abbreviato e autorizzato che si realizzi prossimamente il giudizio orale.
La sala è risultata insufficiente a contenere tutto il pubblico che cercava di entrare; all’esterno uno striscione dichiarava la “chiusura” del Nuovo Sistema di Giustizia Penale per violazione dei Diritti Umani delle donne; studenti di diritto che seguivano altri processi orali si sono uniti a questo processo chiedendo consulenza al CEDEHM; le guardie del luogo chiedevano scusa ai partecipanti per l’atteggiamento del PM., infine si può dire che è stata una giornata di successo.
Ringraziamo le organizzazioni e le persone che sono state con noi, che hanno diffuso i nostri comunicati e che ci hanno sostenuto.
Centro de Derechos Humanos de las Mujeres http://www.cedehm.org/
Dolores Tarín sopravvisuta a femminicidio e la sua avvocata Lucha Castro del Centro de Derechos Humanos de las Mujeres si sono scontrate con la Procura dello Stato (Pubblico Ministero) che aveva presentato una richiesta al Giudice di Garanzia perchè sostituisse al giudizio orale, un giudizio abbreviato; in tal caso il sicario si dichiara colpevole e in cambio ottiene il beneficio della pena minore per il delitto commesso, situazione che avremmo preso in considerazione anche noi, se il sicario avesse fornito sufficienti informazioni al fine di processare l’autore intellettuale che è fuggito dalla città senza lasciare traccia e rispetto al quale il PM non ha mai fatto indagini.
Si suppone che il PM rappresenti gli interessi della società e presenti l’accusa a nome della vittima. L’aspetto inedito del caso è stato che il dibattito si è tenuto tra il PM da un lato e la vittima e la coadiuvante dall’altro!!!!! Con il PM che insisteva per fare un procedimento abbreviato e la vittima e la coadiuvante che esigevano un giudizio orale.
Il giudice, l’imputato e i suoi avvocati non credevano alle loro orecchie nell’ascoltare il PM che contraddiceva apertamente la coadiuvanza e segnalava ripetutamente che non si trattava di un delitto di genere; che non era un caso emblematico; che non dava luogo ad applicazione degli accordi internazionali CEDAW e BELEM DO PARA, sui quali si basava la petizione della coadiuvanza che esigeva il giudizio orale.
Prima di accettare il giudizio abbreviato, il giudice doveva decidere come risolvere questa situazione che si presentava per la prima volta nello stato, cioè la manifestazione di aperto contrasto manifestatosi fra la vittima e il PM che si suppone la dovesse rappresentare. Gli argomenti della vittima e della coadiuvante hanno avuto successo. Il giudice ha negato il procedimento abbreviato e autorizzato che si realizzi prossimamente il giudizio orale.
La sala è risultata insufficiente a contenere tutto il pubblico che cercava di entrare; all’esterno uno striscione dichiarava la “chiusura” del Nuovo Sistema di Giustizia Penale per violazione dei Diritti Umani delle donne; studenti di diritto che seguivano altri processi orali si sono uniti a questo processo chiedendo consulenza al CEDEHM; le guardie del luogo chiedevano scusa ai partecipanti per l’atteggiamento del PM., infine si può dire che è stata una giornata di successo.
Ringraziamo le organizzazioni e le persone che sono state con noi, che hanno diffuso i nostri comunicati e che ci hanno sostenuto.
Centro de Derechos Humanos de las Mujeres http://www.cedehm.org/
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