Da Repubblica.it
Un gruppo di taliban ha fatto fuoco davanti a casa sua. Ferito gravemente un figlioDirigeva il Dipartimento per i reati sessuali nella terra del fondamentalismo religioso
Presa di posizione dell'Unione europea: "Per tutte le afgane serviva da esempio"
Era la prima donna divenuta poliziotto a Kandahar dopo la caduta dei taliban. Un'eroina nazionale, simbolo della rinascita femminile in Afghanistan. L'hanno uccisa stamane, davanti alla porta di casa. Stava andando a lavorare. E' rimasto ferito gravemente anche uno dei suoi figli. Malalai Kakar era la poliziotta più famosa del paese, un simbolo del riscatto femminile nella terra che fu culla del movimento fondamentalista religioso. Aveva rinunciato a portare il burqa due anni fa e i taliban l'avevano minacciata più volte. Con una telefonata all'agenzia di stampa France Press gli studenti integralisti hanno rivendicato il delitto: "Oggi - ha dichiarato un portavoce del gruppo - siamo riusciti ad eliminare un nostro bersaglio". Contro i reati sessuali. Malalai non aveva mai chinato la testa: "Era una donna molto coraggiosa", dicono adesso i suoi colleghi. Dirigeva il Dipartimento reati contro le donne nella roccaforte dei taliban e sapeva di essere nel mirino dei fondamentalisti. Anche la precedente responsabile del Dipartimento crimini contro le donne di Kandahar era stata uccisa due anni fa. Quella volta che uccise tre killer. Stamane non le è servito essere armata. Le hanno sparato alla testa ed è morta sul colpo. Aveva quarant'anni ed era madre di sei figli. Suo padre e suo fratello erano poliziotti come lei. Nelle forze dell'ordine era entrata già alla fine degli anni Ottanta, ma poi l'ascesa dei taliban l'aveva costretta a fuggire in Pakistan. Era rientrata alla caduta del loro regime nel 2001 e aveva assunto il comando del Dipartimento con il grado di capitano. Scampata a numerosi tentativi di assassinio, la sua fama era dovuta a quella volta in cui uccise i tre killer che volevano ucciderla.
In una recente intervista a una cronista occidentale, Malalai Kakar ammise che i "crimini alle donne sono reati su cui i miei colleghi maschi non vogliono investigare. Ricordo di quella volta che scoprii una donna e sua figlia incatenati al letto. La donna era vedova e i familiari l'avevano passata in moglie al cognato che però l'aveva legata al letto per dieci giorni a pane e acqua. Ho liberato molte donne dalla schiavitù dei loro uomini e questo mi è valsa una certa notaritetà tra le donne che mi amano e mi fanno sentire forte contro le minacce di morte". Settecento agenti uccisi in 6 mesi. Da quando la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti li ha cacciati dal potere, i taliban hanno lanciato una vera e propria guerriglia mortale. Malgrado la presenza di 70mila soldati delle forze multinazionali, da due anni le violenze sono aumentate di intensità. Negli ultimi sei mesi i fondamentalisti hanno ucciso 720 agenti. Prima di Malalai Kakar, un'altra donna poliziotto è stata assassinata in Afghanistan nel giugno scorso. Anche allora, la polizia locale di Herat aveva accusato dell'omicidio i taliban.
(28 settembre 2008)
Presa di posizione dell'Unione europea: "Per tutte le afgane serviva da esempio"
Era la prima donna divenuta poliziotto a Kandahar dopo la caduta dei taliban. Un'eroina nazionale, simbolo della rinascita femminile in Afghanistan. L'hanno uccisa stamane, davanti alla porta di casa. Stava andando a lavorare. E' rimasto ferito gravemente anche uno dei suoi figli. Malalai Kakar era la poliziotta più famosa del paese, un simbolo del riscatto femminile nella terra che fu culla del movimento fondamentalista religioso. Aveva rinunciato a portare il burqa due anni fa e i taliban l'avevano minacciata più volte. Con una telefonata all'agenzia di stampa France Press gli studenti integralisti hanno rivendicato il delitto: "Oggi - ha dichiarato un portavoce del gruppo - siamo riusciti ad eliminare un nostro bersaglio". Contro i reati sessuali. Malalai non aveva mai chinato la testa: "Era una donna molto coraggiosa", dicono adesso i suoi colleghi. Dirigeva il Dipartimento reati contro le donne nella roccaforte dei taliban e sapeva di essere nel mirino dei fondamentalisti. Anche la precedente responsabile del Dipartimento crimini contro le donne di Kandahar era stata uccisa due anni fa. Quella volta che uccise tre killer. Stamane non le è servito essere armata. Le hanno sparato alla testa ed è morta sul colpo. Aveva quarant'anni ed era madre di sei figli. Suo padre e suo fratello erano poliziotti come lei. Nelle forze dell'ordine era entrata già alla fine degli anni Ottanta, ma poi l'ascesa dei taliban l'aveva costretta a fuggire in Pakistan. Era rientrata alla caduta del loro regime nel 2001 e aveva assunto il comando del Dipartimento con il grado di capitano. Scampata a numerosi tentativi di assassinio, la sua fama era dovuta a quella volta in cui uccise i tre killer che volevano ucciderla.
In una recente intervista a una cronista occidentale, Malalai Kakar ammise che i "crimini alle donne sono reati su cui i miei colleghi maschi non vogliono investigare. Ricordo di quella volta che scoprii una donna e sua figlia incatenati al letto. La donna era vedova e i familiari l'avevano passata in moglie al cognato che però l'aveva legata al letto per dieci giorni a pane e acqua. Ho liberato molte donne dalla schiavitù dei loro uomini e questo mi è valsa una certa notaritetà tra le donne che mi amano e mi fanno sentire forte contro le minacce di morte". Settecento agenti uccisi in 6 mesi. Da quando la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti li ha cacciati dal potere, i taliban hanno lanciato una vera e propria guerriglia mortale. Malgrado la presenza di 70mila soldati delle forze multinazionali, da due anni le violenze sono aumentate di intensità. Negli ultimi sei mesi i fondamentalisti hanno ucciso 720 agenti. Prima di Malalai Kakar, un'altra donna poliziotto è stata assassinata in Afghanistan nel giugno scorso. Anche allora, la polizia locale di Herat aveva accusato dell'omicidio i taliban.
(28 settembre 2008)
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