16 maggio 2009
San Suu Kyi in carcere, rischia altri 5 anni
Da Unità.it
Chiusa in una cella. A pochi giorni dalla scadenza degli arresti domiciliari Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione birmana è stata rinchiusa nel famigerato carcere di Insein, a Rangoon. Suu Kyi è accusata di aver violato le condizioni degli arresti domiciliari, dopo la misteriosa intrusione nella sua casa-prigione di un cittadino americano, e rischia fino a 5 anni di detenzione. Incriminati anche due suoi domestici. Il processo si terrà lunedì prossimo.
John William Yeattaw, 53 anni, del Missouri, per gli avvocati di Suu Kyi non è che un «imbecille». L'ex moglie dell'uomo, un veterano del Vietnam, ha dichiarato che soffre di disturbi della personalità e a causa del suo stato di salute psichica riceve una pensione di invalidità dal Dipartimento per gli affari dei Veterani di guerra. L’uomo aveva attraversato a nuoto il lago che lambisce la villa dove la leader birmana ha trascorso agli arresti 13 degli ultimi 19 anni, riferendo poi di essersi trattenuto per due giorni nell’abitazione.
Premio Nobel per la pace, 63 anni, San Suu Kyi avrebbe dovuto essere rimessa in libertà il prossimo 27 maggio, alla scadenza del sesto anno consecutivo di reclusione in casa, dove per tutto questio tempo non ha potuto ricevere né telefonate né e-mail e dove anche la visita degli inviati Onu è stata severamente contingentata dalla giunta.
Le nuove incriminazioni sono evidentemente il pretesto cercato dai generali per prolungare ulteriormente gli arresti di Suu Kyi, la cui popolarità non è mai stata intaccata dalla detenzione: il prossimo anno sono previste elezioni generali, promesse dalla giunta ormai da qualche tempo nell’ambito della «road map verso la democrazia». Promesse a questo punto del tutto svuotate di contenuto, alla luce delle nuove incriminazioni contro Aung San Suu Kyi.
La leader dell’opposizione birmana, perseguitata dal suo ritorno in patria nell’88, stravinse le elezioni del 1990, poi annullate dalla giunta. Il clamoroso successo elettorale ha segnato la fine della libertà per Aung San Suu Kyi che è stata ripetutamente arrestata, incarcerata e nel 2003 posta agli arresti domiciliari per le cattive condizioni di salute, che anche in questi ultimi giorni hanno suscitato preoccupazione.
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Per il suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, tutta la vicenda è un complotto. Cinque anni di carcere ad Insein, sostengono gli attivisti, equivalgono ad una condanna a morte.
14 maggio 2009
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