6 febbraio 2010

Non in nostro nome QUALUNQUE GIUSTIFICAZIONE PER LA STRAGE DI GAZA


Gabriella Cappelletti per le Donne in Nero di Bologna


C'è ancora qualcuno che ha interesse a conoscere gli eventi, a guardare in faccia la verità?

Sembra di no, se ancora il “premier” italiano osa affermare che l' attacco a Gaza nel dicembre 2008 fu “una giusta difesa” del popolo israeliano mentre mostra senza imbarazzo il più grande disprezzo dell’ONU.

Allora consideriamo alcuni fatti: il 19 giugno 2008 fu firmata una tregua di 6 mesi fra Hamas e Israele che prevedeva la sospensione dei razzi Qassam su Sderot in cambio dell' apertura dei valichi di accesso alla striscia di Gaza per il passaggio di beni e persone. Ma l' apertura dei valichi avvenne solo parzialmente e a singhiozzo e ne fecero le spese soprattutto molti malati bloccati ai valichi e privi di cure.

Inoltre il 5 novembre l' aviazione israeliana compì un raid sulla striscia uccidendo 5 palestinesi. Puntualmente riprese il lancio dei missili. Il 19 dicembre Hamas dichiarò che non avrebbe rinnovato la tregua.

E' interessante sapere che già prima di firmare la tregua concordata il ministro della difesa Ehud Barak aveva dato ordini all' esercito di preparare l' offensiva...

E che nella stessa Sderot ben 500 israeliani del gruppo “Voci diverse” firmarono un appello per chiedere di fermare le operazioni nella striscia. Dunque una tregua violata dal governo, un massacro non voluto da tanti israeliani coinvolti in prima linea.

Questo smentisce l' affermazione che Tel Aviv esercita il diritto di difesa della sua popolazione: si è trattato di una aggressione sproporzionata, che ha causato tante sofferenze e la morte di centinaia di bambini, oltre a donne e civili, che è stata duramente condannata dall' ONU dopo una attenta indagine.

Più volte l' esercito israeliano ha rotto anche la tregua concordata nel gennaio 2009, sparando sui pescatori ecc. Questo la dice lunga sulle bugie del governo israeliano, infinite deformazioni della realtà, che discendono da quella prima bugia “fondante”: “Una terra senza popolo per un popolo senza terra”.

Ormai sembra passato nella testa di tanti, politici in primo luogo, che crimini, illegalità, disprezzo del diritto internazionale e di ogni diritto umano siano perfettamente legali e rientranti nel diritto alla difesa: l' illegalità diventata legale.

Questo è il punto che noi, amiche dei due popoli, non ci stancheremo di contrastare.


Bologna, 4 febbraio 2010

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