13 ottobre 2009

NO A LEGGI REPRESSIVE E RAZZISTE CONTRO LE DONNE MIGRANTI


Lottiamo da decenni insieme alle altre donne contro ogni forma di oppressione di genere sia essa legata alla religione che alle tradizioni patriarcali. In questo senso crediamo che le donne che velano la propria identità e il proprio corpo vivano oggettivamente un’oppressione e che la strada per l’autonomia delle donne nel mondo sia ancora ardua per tutte.

Crediamo che leggi che prevedono l’arresto per le donne con velatura integrale non possano sciogliere il nodo di culture non rispettose della libertà femminile.

L’ispirazione della proposta di legge presentata dalla Lega si muove nell’ambito di una serie di provvedimenti tutti inseriti nella cornice della cosiddetta “sicurezza”. Il crudele accordo con la Libia sui respingimenti e il “pacchetto sicurezza” sono ispirati da una logica repressiva che fa leva sugli egoismi e sulle paure sapientemente indotte da propagande politiche di stampo fascista e razzista o da provvedimenti istituzionali tipo “ autobus adibiti a rastrellamenti di clandestini” o assurde proposte di autobus separati tra italiani e stranieri o il “tetto” di bambini stranieri nelle classi, o i CIE ormai luoghi di sopraffazione e violenza anche per le donne che non possiamo più ignorare, e chi più ne ha più ne metta.

Questa nuova proposta di legge della Lega potrebbe alimentare ulteriori forme di violenza , odio e intolleranza verso chi si presenta “diverso” o “debole” come già avviene. Aggressioni soprattutto ad opera di giovani ispirati da ideologie di stampo fascista/razzista, nei confronti di migranti, gay e lesbiche, anziani, gente emarginata e senza fissa dimora, per non parlare della recrudescenza della violenza contro le donne in genere, sono avvenimenti che sperimentiamo ogni giorno anche personalmente.

Ci preoccupa il degrado culturale e sociale che si sta diffondendo nel nostro Paese, ma soprattutto il consenso diffuso che certi provvedimenti istituzionali e comportamenti quotidiani stanno riscuotendo.

Contro tutto questo sono necessarie l’attenzione e la ribellione personale di ognuna di noi contro ogni forma di sopruso e maltrattamento, la partecipazione alla vita democratica e l’attivazione di uno slancio civile collettivo.

14 ottobre 2009 DONNE IN NERO di BOLOGNA

www.donneinnerobologna.blogspot.com donneinnero.bo@gmail.com

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