9 settembre 2009

Afghanistan, Agnoletto: "Decine di civili ammazzati e nessuno s'indigna"

FOTO BBC



*DA DISPENSATORI DI DEMOCRAZIA SIAMO DIVENTATI CORRESPONSABILI DI AZIONI CRIMINALI»*
Milano, 4 settembre 2009 - «Ufficialmente i nostri soldati sono in Afghanistan con la Nato per diffondere la democrazia, nei fatti ogni giorno che passa aumentano i morti innocenti, vittime del fuoco occidentale. Ormai siamo corresponsabili di veri e propri omicidi. E chi uccide un innocente è un assassino, come tale deve essere trattato e non celebrato come un eroe.
I mandanti di queste stragi dovrebbero essere processati da tribunali internazionali e non restare inpunemente ai loro posti di comando politico e militare.
Oltretutto, azioni simili aumentano l'opposizione della popolazione locale alla Nato e fanno crescere l'appoggio verso i talebani. Quanti altri morti civili ci vorranno prima che l’Italia decida definitivamente di ritirare le proprie truppe dall’Afghanistan? E perché la vita di un soldato occidentale vale sempre più di quella di un “normale” cittadino afghano?

Rilanciamo la campagna per il ritiro delle nostre truppe dall’Afghanistan: è necessario organizzare in tempi brevi una mobilitazione nazionale».

Così VittorioAgnoletto, ex eurodeputato Sinistra europea, commenta l’attacco aereo della
Nato che avrebbe provocato decine di vittime civili nel nord dell’Afghanistan. «Se un militare europeo si ferisce l’opinione pubblica si ricorda per un momento di quanto accade a Kabul, mentre bambini, donne e anziani uccisi “per sbaglio” dai militari della missione Nato non interessano ormai più a nessuno. Il governo italiano parla tutti i giorni di rispetto della vita umana e poi celebra con orgoglio la partecpazione a missioni omicide».
Vittorio Agnoletto, ex eurodeputato Sinistra europea,
www.vittorioagnoletto.it

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