Dal Reportage del PCHR (Centro palestinese per i diritti umani) 26 novembre 2008
Il 25 novembre le donne in tutto il mondo celebrano la Giornata per l’Eliminazione della violenza contro le Donne adottata ufficialmente dall’ONU nel 1999, come partecipazione agli sforzi esercitati per eliminare la violenza contro le donne e insistere presso i paesi perché adottino le misure necessarie per assicurare alle donne il godimento di una necessaria sicurezza.
Quest’anno, in questa Giornata internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, la sofferenza delle donne palestinesi continua a causa della violenza da parte delle Forze di Occupazione israeliane (FOI) e della violenza interna palestinese.
Nel corso del 2008, anche l’assedio imposto alla Striscia di Gaza dalle FOI ha comportato la morte di 13 donne. A queste donne è stato negato il diritto a viaggiare per avere cure mediche avanzate fuori di Gaza, che non dispone di servizi sanitari adeguati e soffre per la mancanza di farmaci ed attrezzature. Così il numero totale di donne uccise nella Striscia di Gaza sale a 32 donne nel 2008.
Le FOI tengono in prigione ancora +/- 97 donne palestinesi, che sono vittime di forme di trattamenti umilianti applicati dalle amministrazioni carcerarie israeliane. Queste pratiche includono i maltrattamenti, la tortura, un trattamento degradante e cattive condizioni di vita in carcere.
Per quanto concerne la situazione palestinese interna, le donne palestinesi sono ancora oggetto di una violenza interna in differenti contesti e ne sono vittime. Nel 2008, il PCHR (Centro palestinese per i diritti umani) ha registrato l’omicidio di 6 donne palestinesi, 4 a Gaza e 2 in Cisgiordania, a motivo del caos nella sicurezza e di un cattivo uso delle armi. Il PCHR ha anche registrato «gli omicidi d’onore» di 3 donne palestinesi, 2 a Gaza ed uno in Cisgiordania.
Benché ci sia stato un calo notevole del numero di donne uccise per il caos nella sicurezza, per un cattivo uso delle armi e per gli «omicidi d’onore» nel 2008, rispetto all’anno precedente*, c’è un bisogno urgente di compiere più sforzi e intraprendere più azioni per affrontare la violenza interna e le sue ripercussioni, insistendo di più sugli «omicidi d’onore» che richiedono ulteriori seri sforzi per assicurare gli autori alla giustizia e non tollerare questo genere di crimini.
Nel 2008, l’assedio imposto alla Striscia di Gaza dalle FOI ha costituito uno dei fattori più significativi della sofferenza delle donne palestinesi nella Striscia di Gaza. L’assedio delle FOI ha colpito direttamente le loro vite e le loro condizioni di vita, ed ha lasciato su di loro delle ripercussioni negative, rappresentate dalla violazione diretta dei loro diritti, compreso il diritto alla vita, il diritto alla salute, il diritto ad uno standard di vita adeguato, il diritto all’educazione ed altri diritti.
Inoltre l’assedio imposto alla Striscia di Gaza dalle FOI colpisce negativamente le donne palestinesi, soprattutto dall’inizio di novembre 2008 quando le FOI hanno aumentato le procedure di chiusura e imposto nuove restrizioni alla libera circolazione dei beni di base (cibo e farmaci) per i civili. Ne consegue che le donne di Gaza rischiano di ammalarsi di più e che si nega loro l’accesso ai beni fondamentali, comprese l’energia e l’acqua potabile.
Le donne palestinesi soffrono di un deterioramento continuo delle loro condizioni di vita. Il loro carico di lavoro aumenta perché si fa loro carico della gestione delle loro case e dell’approvvigionamento del cibo e del fatto di essere obbligate a far fronte alle ripercussioni della violazione dei loro diritti economici, sociali e culturali da parte delle FOI. Queste violazioni creano una crisi umanitaria cronica a causa dell’aumento della povertà e del tasso di disoccupazione dovuti alla politica israeliana imposta alla Striscia di Gaza.
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