I COLONI ISRAELIANI SONO UNA TRAGEDIA PER I PALESTINESI E UN PERICOLO PER ISRAELE
Subito forze internazionali a protezione della popolazione palestinese
Roma 6 dicembre
Quello che sta accadendo a Hebron non è un caso: anni di connivenze, spalleggiamenti, strizzatine d'occhio da parte dei vari governi che si sono succeduti alla guida dello Stato di Israele e che hanno portato avanti contro ogni diritto internazionale una vera e propria politica coloniale, sono alla base dei fatti drammatici e delle violenze da parte dei coloni israeliani a cui stiamo assistendo nella sua recrudescenza nell'ultima settimana a Hebron e in altre città, dove i coloni attaccano i Palestinesi, sradicano gli alberi, bruciano case e moschee; una violenza che da anni colpisce la quotidianità della popolazione civile palestinese in tutti i territori occupati.
Il caso della 'casa della discordia' è solo l'ultimo in ordine di tempo nella cronaca che descrive la vita a Hebron, città fantasma dove 120.000 Palestinesi vivono ostaggi di 500 o 600 coloni israeliani protetti da migliaia di soldati e paramilitari, e dove sono all'ordine del giorno provocazioni, aggressioni e slogan razzisti come "Morte agli arabi". Più di 800 negozi palestinesi sono stati costretti a chiudere a causa degli attacchi dei coloni: su questi negozi chiusi, i coloni hanno disegnato la stella di Davide come segno di conquista.
Le violenze da parte dei coloni di Hebron, a cui si sono aggiunti migliaia di altri coloni della regione, sono scattate in seguito e in ritorsione alla decisione della Corte Suprema Israeliana di evacuare la casa della 'discordia' occupata arbitrariamente da un gruppo di 13 famiglie israeliane. Lo sgombero avvenuto ieri dopo il personale e diretto coinvolgimento del Ministro della Difesa israeliano Ehud Barak, è stato realizzato tra scontri, incidenti e ferimenti da circa 600 agenti in tenuta antisommossa della polizia israeliana.
"In questo caso il Governo israeliano ha saputo trovare parole dure e atti decisi contro i coloni che continuano però con le loro aggressioni e devastazioni verso i palestinesi: molti di loro li vediamo ritratti nelle foto nell'atto di lanciare pietre o addirittura di sparare, giovanissimi e giovanissime eppure già abbagliati da una violenza e un estremismo che fa paura, che incendia, distrugge e tormenta la popolazione palestinese di Hebron, di Nablus, di Gerusalemme, Tulkarem e di altre città in tutta la Cisgiordania occupata. Questi coloni, che stanno diventando sempre più aggressivi e violenti, rappresentano anche un rischio per Israele. Il Governo Israeliano dovrebbe incolpare se stesso perché è noto che "il sonno della ragione genera mostri".
Ci si chiede perché la stessa durezza e decisione da parte del Ministro della Difesa Ehud Barak o del Ministro degli Esteri Livni o dello stesso Premier uscente Olmert, non sia arrivata prima a evacuare e congelare tutte le colonie illegali; perché non abbiano capito e ostacolato prima il pericolo che questi coloni radicali rappresentano per lo stesso Stato di Israele.
La realtà è che nonostante le promesse di pace, da Annapolis le colonie israeliane sono cresciute, così come sono cresciuti gli insediamenti illegali a Gerusalemme Est, così come va avanti la costruzione del muro che ruba le terre palestinesi, che sradica gli alberi, che impedisce il movimento, che umilia e che nega un futuro ai Palestinesi ancora oggi dopo oltre 60 anni di Nakba e più di 40 di occupazione militare.
Ora, non vorrei proprio rivedere quello che è accaduto dopo il massacro perpetrato da Baruch Goldstein dentro la Moschea di Abramo: sempre più coloni e sempre più soldati per difendere l'occupazione illegale della città vecchia e l'espansione dell'insediamento di Kyriat Arba.
Certamente la responsabilità è anche della Comunità Internazionale e del Quartetto che non hanno fatto nulla per fermare queste persecuzioni. Ma non possono dire che non sapevano.
Ogni settimana il TIPH, una missione di osservazione civile che monitora lo stato dei diritti umani e le illegalità a Hebron, invia rapporti dettagliati agli Statti Membri sull'aumento delle violenze perpetrate, negli anni, dai coloni israeliani. Eppure niente è stato fatto.
E allora ha ragione Hatem Abdul Qader, consigliere del Premier Salam Fayyad, che lamentando il nostro silenzio di fronte a queste giornate di Hebron e interrogandosi sul ruolo dell'UE, ha chiesto: "E se gli europei si sentono incapaci persino di fare una dichiarazione di condanna, come possiamo aspettarci che possano contribuire alla risoluzione del conflitto?".
Faccio appello alle Nazioni Unite, al Quartetto, a chiunque abbia a cuore la giustizia e la pace: fermate i coloni e le colonie, inviate forze internazionali a proteggere la popolazione palestinese.
Per informazioni : Luisa Morgantini, Vice Presidente del Parlamento Europeo
0039 348 39 21 465 o 0039 06 69 95 02 17; luisa.morgantini@europarl.europa.eu; http://www.luisamorgantini.net/
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