L'ex leader dei serbo-bosniaci, Radovan Karadzic, è stato arrestato.
Lo ha reso noto ieri sera a Belgrado la presidenza della Serbia. Karadzic è ritenuto responsabile di genocidio per l'assedio di Sarajevo, durato 43 mesi e costato la vita a 12.000 persone, e per la strage di Srebrenica del 1995, che ha portato al massacro di 8.000 musulmani. Secondo la nota della presidenza serba, Karadzic è stato "localizzato e arrestato" nelle ultime ore dalle forze di sicurezza serbe ed è attualmente detenuto a Belgrado dagli organi della procura nazionale serba per la lotta ai crimini di guerra.
Si tratta di "una buona notizia" per la comunità internazionale, afferma un portavoce della Nato. La cattura di Karadzic rappresenta inoltre sicuramente un passo in più nel processo di avvicinamento di Belgrado all'Ue.
Per noi Donne in Nero che anche come rete internazionale seguiamo da vicino le vicende della popolazione bosniaca fatta segno a vaste e operazioni di "pulizia etnica" da parte delle forze serbo-bosniache sotto la direzione di Milosevic, è una notizia che potrà forse riportare alla ribalta l'obiettivo di Verità e Giustizia perseguito tenacemente dalle Donne di Srebrenica, sperando che anche Mladic e altri latitanti possano smettere di godere di compiacenti appoggi nella loro latitanza ed essere arrestati.
L'ex leader serbo bosniaco era al primo posto fra gli ultimi tre ricercati rimasti nella lista nera del Tribunale internazionale dell'Aja (Tpi) per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia. Latitante da circa 13 anni, deve rispondere delle accuse di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità per il ruolo svolto nella sanguinosa guerra di Bosnia (1993-95, 200.000 morti in totale), la più feroce fra quelle scatenate dalla dissoluzione della Jugoslavia.
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