11 marzo 2010

Presidio della memoria - L'Aquila 6 marzo 2010


"Quando dopo le elezioni ricomincerà l'iter parlamentare del processo breve andremo tutti a Montecitorio per fare sentire la nostra voce contro una legge che mette a rischio tutti i processi, a cominciare da quelli per i crolli del sei aprile" ha detto dal palco alla fine della manifestazione Antonietta Centofanti, zia di uno dei ragazzi morti sotto le macerie della Casa dello studente, Davide Centofanti, e portavoce del Comitato vittime della Casa dello studente.

"Il processo breve ci fa paura" ha detto dal palco Daniela Rombi, che ha perso una figlia nella strage di Viareggio. "Perchè non può essere che il 29 giugno non sia successo niente. Ci siamo sentiti soli, invece non lo siamo, e siamo qui anche per impedire che con il processo breve non si facciano le inchieste su queste tragedie".

Anche Antonio Boccuzzi, l'unico operaio sopravvissuto alla tragedia della Thyssenkrupp, nella lettera che ha mandato non avendo potuto partecipare alla manifestazione e che è stata letta dal palco, ha parlato del processo breve e della possibilità che cancelli tragedie come Viareggio e l'Aquila o scandali come la Parmalat.

I familiari delle vittime sono tornati anche sulle intercettazioni choc dei due imprenditori che si raccontavano che alle 3:32 della notte del sei aprile ridevano al pensiero degli affari che avrebbero potuto fare con il terremoto. "E' sconvolgente" ha detto la Centofanti "che anche il dolore e il lutto siano diventati occasione di lucro e che quella notte mentre noi eravamo ancora nella case che che crollavano a scavare per tirare fuori i nostri morti quei due squali ridevano e parlavano di affari".


Il corteo per ricordare i morti di illegalità, al quale hanno partecipato oltre 4000 persone, era partito alle cinque e mezza dalla Fontana luminosa per finire a Collemaggio. Solo una delegazione doveva staccarsi per andare alla Casa dello Studente. In realtà quasi tutti i partecipanti sono andati a rendere omaggio alle giovani vittime del terremoto davanti alla Casa dello Studente dove i genitori dei ragazzi morti il sei aprile, che hanno sfilato dietro uno striscione nero con la scritta bianca "6 aprile 2009 3:32 chi ha ucciso i nostri figli?" hanno deposto fiori e mimose e hanno lasciato una lettera infilata nella cancellata esterna, in un'atmosfera di fortissima commozione.

Il corteo dopo la sosta è ripartito dalla villa comunale e si è trasformato in una via crucis del dolore, con momenti di raccoglimento spontanei davanti a ogni palazzo crollato.

Alla manifestazione per ricordare i "morti di illegalità" hanno partecipato anche una delegazione arrivata da Giampilieri e i parenti dei morti della strage del 12 giugno, arrivati da Viareggio con lo striscione "32 vittime zero indagati, partita truccata". Per la prima volta in piazza c'erano anche i genitori degli altri studenti morti durante il terremoto, quelli che abitavano in case private del centro storico. Al corteo anche una delegazione da Giampilieri, il paese siciliano travolto da una frana a ottobre del 2009, una da San Giuliano di Puglia, dove nel 2002 27 bambini morirono nel crollo della loro scuola, il popolo delle agende rosse, il movimento fondato da Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino ucciso dalla mafia nel 1992 in via D'Amelio a Palermo, e le madri di Plaza de Mayo.

In corteo anche la presidente della provincia dell'Aquila Stefania Pezzopane e il parlamentare Pd Giovanni Lolli che ha sottolineato come la partecipazione di politici e amministratori fosse "solo a titolo personale". A via Zara si è unito al corteo anche il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente. "Ci sono due elementi nella manifestazione di oggi", ha detto Cialente, "il dolore e la compostezza. E siamo qui con la consapevolezza che il dolore non passerà mai".

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