LA SIRIA E' ANCHE QUI
Dopo la grande attenzione mediatica di
un paio di mesi fa sulla situazione siriana siamo già nella fase in cui la
Siria non esiste più e, scampato il pericolo di un bombardamento da parte
dell'Occidente, ci siamo rilassati supponendo che tutto fosse rientrato nei
ritmi di una normale vita quotidiana.
L'incontro con la trentottenne Asmae
Dachan, giornalista siriana che vive da tempo in Italia con la sua famiglia
fuggita dalle angherie di Assad padre, organizzato a Bologna dalle Donne in
Nero che si è svolto il 15 novembre nella sede della Provincia, ci ha aperto
gli occhi e anche la mente e il cuore.
Asmae ha proiettato le foto scattate
ad Aleppo e nei campi profughi nel suo viaggio di agosto, affrontato sfidando
il continuo pericolo, e la realtà è apparsa improvvisamente in tutta la sua
evidenza. In Siria c'è devastazione, miseria e fame. Aleppo appare distrutta,
macerie ovunque; i campi profughi sono misere tendopoli colme di bambini,
spesso orfani, che hanno poco o nulla da mangiare, giocano tra rivoli di
liquami eppure sono sorprendentemente belli, come se la bruttura che li
circonda non li sfiorasse.
Ma tante, troppe sono le storie di
bimbi che muoiono per la denutrizione che condividono con le madri che non hanno
più il latte per allattarli.
Anche gli adulti soffrono perché hanno
abbandonato le loro case e non hanno più nulla, forse neanche la speranza.
Come sempre accade nelle guerre molte
donne hanno subito violenza, valvole di sfogo della polizia di Assad che non
trovando i padri, i fratelli, i mariti le "disonora" distruggendone
la vita e lasciando una "macchia" indelebile sulla famiglia.
Come Asmae ci ha spiegato attualmente
i contendenti armati in campo sono tre.
Da una parte c'è l'esercito di Assad,
il dittatore spietato che per tanti anni è stato e ancora è un interlocutore
per i Paesi Occidentali in quanto presunto baluardo contro l'avanzata del
fanatismo religioso e anche per la Russia di cui è tradizionale alleato per
l'importante posizione strategica, dall'altra parte l'esercito formato dai
disertori che intendeva aiutare la popolazione civile, malissimo equipaggiato e
adesso infiltrato da spie di Assad. Ultimamente si sono formate anche bande
armate di fanatici collegati ad Al Qaeda, apparentemente contro il regime, ma che
in realtà fanno il suo gioco fornendo la giustificazione della lotta
all'integralismo religioso.
In tutto ciò la popolazione civile, in
gran parte giovane, che si è pacificamente ribellata a decenni di angherie e
alla totale mancanza di libertà (dal 1963 vige la legge marziale) e che da sola
era scesa in campo contro Assad,
decimata dalle continue violenze, dai bombardamenti, si è spesso rifugiata nei
campi profughi e paga le conseguenze di lotte sanguinose che ormai hanno poco a
che vedere con la prospettiva di un futuro migliore.
La media borghesia benestante ha
spesso cercato una via di fuga attraverso la Libia per raggiungere l'Europa, ma
è stata ridotta in povertà per ottenere un passaggio su quei barconi in cui
tanti hanno trovato la morte proprio a casa nostra! Sì, la Siria è anche qui.
Allora, cosa possiamo fare noi dalle
comode poltrone di casa nostra?
Intanto possiamo parlarne e chi può
deve fare pressione sui media affinché le sofferenze dei Siriani non siano
dimenticate nella speranza che i governi democratici si muovano.
Asmae ci ha anche presentato un
giovane siriano che vive a Bologna, rappresentante di un'organizzazione umanitaria
che provvede a raccogliere aiuti (medicine, coperte,...) e a trasportarli direttamente
nei campi profughi su ambulanze che vengono lasciate sul posto.
La Siria
sta morendo, per via delle bombe, degli spari, dell’indifferenza e dei giochi
di potere. Il numero delle vittime accertate ha superato i 200 mila;
altrettanti sono i detenuti per reati d’opinione; oltre 10 milioni sono i siriani sfollati all’interno dei
confini nazionali; oltre 2 milioni sono i profughi; ormai centinaia i siriani
morti nel Mediterraneo mentre tentavano di mettersi in salvo dalle persecuzioni
in Libia ed Egitto, paesi dove si erano inizialmente rifugiati fuggendo dai
bombardamenti, ma dove sono stati poi presi di mira. La Siria sta morendo… ma
fino alla fine, il suo popolo resiste e continua la sua lotta con dignità e
coraggio.
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